
non capisco perchè tutte le volte che vado in vacanza io debba avere almeno un osso rotto.. superate le mie ansie prepartenza e aspirando alla valigia perfetta, vado a tastare la realtà.
arrivoooooooooooooo
makes the future the past it leaves you standing at the station your face pressed up against the glass
Davanti a lei chilometri e chilometri di campi, di steli di cereali alti mezzo uomo, di radi alberi scuri, rivestivano le timide colline fino all’orizzonte.
Dietro di lei una grande casa a due piani, in doghe di legno stuccate di bianco, con le imposte di un blu intenso, marino, e sulle ampie falde un imponente camino. Il cielo, sopra, si ostinava nel suo colore puro, nonostante le nuvole avessero già incominciato a tingersi di giallo.
Intorno a lei stava una staccionata, semplice, elegante. Una processione di paletti di legno chiaro, sulla cima di ognuno dei quali campeggiava una piccola figura intagliata. Ognuna serbava la propria storia e silenziosamente stava rivolta verso l’ingresso dello steccato.
Sotto di lei si stendeva un prato ben curato, diviso ordinatamente, dove orti e specchi d’acqua si divertivano a rallentare l’accesso al portico di casa.
Su di lei un vestito. Celeste, di una leggerezza ardita. Legato alla vita da un piccolo laccio di stoffa, si muoveva al vento in un’ampia gonna. Al di sotto del cappello a tesa larga alcune ricce ciocche castane danzavano lente, provando a distogliere l’attenzione da quegli occhi saldamente fissi davanti a sé.
Davanti ai suoi occhi si stendeva un sentiero -piccolo e dissestato sentiero- che procedeva lento verso l’orizzonte. Quella piccola striscia di terra, unico filo che congiungeva la porta di casa al resto del mondo, conosceva ormai a memoria quello sguardo, e la determinatezza con cui non gli avrebbe lasciato respiro fino a che vi fosse stata anche solo un’ombra di luce.
Quel sentiero sentiva ancora su di sé la coppia di passi che l’avevano percorso, un giorno, dall’orizzonte fin lì. E rimpiangeva di non poter dimenticare i passi che l’avevano percorso, un giorno, da lì fino all’orizzonte.
makes the future the past it leaves you standing at the station your face pressed up against the glass