makes the future the past it leaves you standing at the station your face pressed up against the glass

martedì 29 aprile 2008

uto

Mi venivano in mente le alleanze di facciata e le strategie occulte e gli imbrogli e le simulazioni e i finti equivoci, le buone intenzioni e la cattive conseguenze, i sentimenti manifesti e gli impulsi repressi. Pensavo che ogni famiglia è una specie di associazione a delinquere, dove chiunque può legittimare i suoi peggiori difetti e dare un risalto senza proporzione alle sue qualità limitate; pensavo ai meccanismi di amplificazione e di smorzamento che ogni famiglia riesce a creare per questo, alle doppie e triple paratie con cui si insonorizza dal mondo di fuori.
...
Mi veniva un senso di vertigine a pensarci; come se quello che un attimo prima vedevo da molto vicino si allontanasse in un telescopio rovesciato di percezioni.

stanotte ho fatto un sogno

stanotte ho fatto un sogno.
capitavo per caso dalle parti di via orcagna in una di quelle notti in cui la festa regna sovrana.
ovviamente via orcagna non era affatto come la vera via orcagna, era una tipologia di casa che ricorre nei miei sogni, non che sia sempre la stessa, ma mantiene un certo tipo di familiarità nei dettagli: legno chiaro, spazi ampi e caldi, vestiti dappertutto.. tipo la stanza dei bambini in una casa danese.
comunque..
eccomi alla festa, che incredibilmente era bellissima, piena di gente non spagnola, incontravo ciava e mi diceva: vieni, vieni, c'è ancora tanto altro!
e scoprivo che, scendendo, c'era una terrazza, con un concerto e la gente all'aperto.. c'era lompa e io ero felice di salutarlo, di incontrarlo lì. era a suo agio, con la sigaretta in bocca e mi diceva qualcosa sulla festa che non ricordo.

voglia di tornare in via orcagna? sì
voglia di festa? sì
voglia di essere di nuovo di casa lì? sì
voglia di fuggire da qui? sì
voglia di essere sempre dove non sono? sì

lunedì 28 aprile 2008

distante


svegliami prima dell'alba

portami dove la luce non c'è,
così che il sole non illumini più
tutte le paure, tutto questo dolore

ogni momento sembra cruciale
in un istante tutto può accadere
in un attimo solo tutto può cambiare
passami le sneakers, meglio scappare


fammi sentire distante
da ciò che più a cuore mi sta,
fammi sentire distante,
lontana anni luce da qua


giovedì 24 aprile 2008

arte contemporanea


novello magritte, il mio collega si cimenta con una nuova razza aliena, chiamata RPC
buon finesettimana lungo, amici!

mercoledì 23 aprile 2008

oppure semplicemente



Niente è più come prima
E menomale e menomale…
E' una nuova strategia
Urlate, cazzo, urlate!
Con i beni separati
E con i mali in comunione
Siamo tutti in fila indiana
E che simpatica carovana!

C'è crisi dappertutto
C'è crisi dappertutto
Io lo leggo sui visi
Dappertutto c'è crisi

Oppure semplicemente
Oppure semplicemente
Oppure semplicemente
Oppure semplicemente
Oppure semplicemente
Fa niente!

buon appetito

lunedì 21 aprile 2008

21 aprile


venti giorni.
sono passati venti giorni dal giorno in cui ti ho incominciato ad aspettare.
mi sembra in realtà molto di più.
e credevo che non mi avresti più cercato, almeno per un bel po'.
e quando
e se questo fosse successo io sarei stata pronta.
avrei saputo cosa dirti.
ma oggi non ce la faccio proprio a vederti.
"non sono pronta", mento a me stessa.
sono instabile, psicologicamente a pezzi. non verrò, oggi.

mercoledì 16 aprile 2008

cuatro elefantes


Un elefante se balanceaba
Sobre la tela de una araña,
Cuando veía que resistía
Fueron a llamar a otro elefante.


Dos elefantes se balanceaban
Sobre la tela de una araña,
Cuando veían que resistía
Fueron a llamar a otro elefante.


Tres
elefantes se balanceaban
Sobre la tela de una araña,
Cuando veían que resistía
Fueron a llamar a otro elefante.


Cuatro elefantes se balanceaban
Sobre la tela de una araña,
Cuando veían que resistía
Fueron a llamar a otro elefante.


et voilà

pranzo al risto 2


oggi invece pranzo al ristorante con i nonni.
il mio nonno racconta quasi urlando, perchè è sordo, di come impila i piatti quando ha finito per aiutare la cameriera perchè anche lui ha fatto il cameriere, durante la guerra. mentre era prigioniero. per 9 anni. in sudafrica.

così mi rendo conto di quanto io abbia bisogno di sapere senza chiedere, di questi momenti spontanei in cui la vita viene a galla e io, spettatrice affezionata, ascolto dissimulando la mia totale commozione a fatti della vita dei miei nonni che temo che cadano nell'oblio da un momento all'altro.
mi dico e mi ripeto che devo attingere dalla loro esperienza e lo vorrei fare quotidianamente, vivendo con loro come loro vivono insieme.
la mia nonna ha appena compiuto 80 anni. il mio nonno ne compirà 90 a settembre.
e io voglio essere come loro. capace di incontrare l'amore dopo aver vissuto 10 anni di guerra. e di andare al ristorante tutti i mercoledì, venerdì e domeniche dell'anno. chissa perchè poi.

mi stupisco di come la mia mamma e la mia zia, oggi al ristorante con noi (perchè questo ormai è il mio privato appuntamento settimanale con i miei nonni) non sappiano o non si ricordino che il loro babbo abbia fatto il cameriere agli inglesi in sudafrica. e che prendesse 1 sterlina al mese di paga.
io non me lo scorderò mai.

e penso ancora una volta ai misteri del rapporto padre-figlie o madre-figlia o nonno-nipote. alle mille combinazioni e possibilità che affollano questo mondo un po' crudele.
e mi viene mal di testa. ma forse è solo perchè mi sono ubriacata di vino bianco.

ah, il mercoledì al ristorante con i nonni si mangia il pesce.

martedì 15 aprile 2008

lavoretti


capita a volte di fare dei lavoretti ad amici o parenti e che questi ti ripaghino (più che altro gli amici) con quello che hanno o con quello che le possibilità permettono loro.
ieri, appunto, ho mangiato da sola in un ristorantino dove la mia amica fa la cameriera a pranzo.
"questa signorina è mia ospite!", ha dichiarato alla proprietaria.
pranzare al ristorante da soli è un'esperienza unica. con un po' di fortuna, se è ora di pranzo soprattutto, si possono ascoltare storie incredibili.
perchè in zona industriale, a pranzo, i tavoli sono affollati da colleghi di lavoro, persone semi-estranee che fanno conversazioni abbastanza superficiali, raccontano di sè ciò che per loro è più banale ma che potrebbe incuriosire o interessare gli altri. e si infoiano!

ieri nel tavolo di fronte al mio c'erano 2 ragazze sicuramente single e due signori un po' più grandi, sposati.
una di loro raccontava dei suoi genitori, di quando si erano incontrati e di quando la sua mamma era rimasta incinta.. a quindici anni! e commentava di come alla fine abbia smesso di chiamarla mamma perchè tutte le volte che era in giro, in un negozio o per la strada la gente che la sentiva chiamare la mamma incominciasse a sbrodolare: "ma veramente è la tua mamma, ma come è giovane! sembrate sorelle!". purtroppo mi è sfuggito il nome della mamma.
e il collega, circa quarantenne con modi di fare da giovine, con tanto di slang e battuta che doveva essere pronta, ma nel momento non gli è venuta affatto bene, e le altre a ridere per cortesia, che affermava che rimanere in casa da sola con tua mamma (evidentemente il babbo se ne è andato o lavora fuori), tu e lei, fa sì che il rapporti sia più simile a quello di due sorelle che a quello tra madre e figlia. ".. però dipende dal contesto".

sabato 12 aprile 2008

ti ho sognato.
apparivi così, dal nulla e me ne stupivo, avevo paura di farti arrabbiare e farti attendere, come con le persone importanti a cui tieni ma che non conosci abbastanza, con cui poter non dar peso ai piccoli contrattempi.

io avevo mille cose da fare, mille persone da incontrare e tu mi seguivi, senza mai dire una parola, non sorridevi, non ti spazientivi.
non avevi espressione.
come uno spettatore annoiato.
di quelli che non hanno neanche voglia di protestare per il tempo che stanno perdendo.

forse è quello che vorrei inconsciamente che tu fossi. superiore a me. radicalmente indifferente alla mia vita.
ma ancora non l'ho capito, giuro.

mercoledì 9 aprile 2008

matriMari













beauty is not in the face,
beauty is a light in the heart

venerdì 4 aprile 2008


oggi sono indecisa sul domani.
pioverà? farà caldo? a che ora mi sveglierò domani mattina? che cosa mi metterò? la marianna sarà felice? la rita a che ora andrà via domenica?
riusciremo ad andare al mare? mi chiamerà?

martedì 1 aprile 2008

mi rendo conto che avrei voluto essere lì oggi, avrei voluto presidiare il mio ruolo nel giorno in cui ti saresti reimposto al mondo, di nuovo, splendente come il giorno in cui ti incontrai la prima volta, SOLO per non ammettere a me stessa di non essere più così necessaria a te, per non doverti immaginare felice in "uno dei momenti più belli della nostra vita", anche senza di me.
ed è solo egoismo.
non so cosa vuol dire amare, non so più cosa c'è oltre alla compagnia zoppa che ci si fa l'un con l'altro, a singhiozzo, senza riuscire a costruire nulla.

qual è il limite tra l'egoismo puro e fare le cose per se stessi, come cmq dovrebbe sempre essere?
e cosa scegliere: essere soli e rimanere a curare le piaghe del proprio cuore o avere qualcuno a fianco a cui aggrapparsi fino a farlo affondare?


"ho bisogno di te!" dissi una volta ad un mio amico. lui mi rispose: "sbagli. io non ho bisogno che di me stesso e del mio cuore, tutto quello che viene in più è una cosa bellissima di cui essere felici. prima di stare bene con gli altri devi star bene con te stessa."
cerca di capire prima di opporti e forse vedrai quello che vedo io.

"E se conoscevi loro, cosa sapevi di me, Silente? Il mio destino è sapere, ma non cercare? Sapevi quanto mi sarebbe stato difficile? E' per questo che l'hai reso così complicato? In modo che avessi il tempo di capirlo?"


tightroping on the 1st of april

thanks to marco cazzato

oggi è come se mi dovessi laureare di nuovo, non per lo stress fisico ma per quello psicologico; quello che ti tiene sveglio la notte, quello che ti chiude lo stomaco la mattina e ti attanaglia il cervello, ben sapendo che non hai nulla da temere da te stesso nè tantomeno dagli altri.
ultimamente tutto mi prende allo stomaco, e ci deve essere una corsia preferenziale che colleghi la bocca dello stomaco ai condotti lacrimali.
stamattina mi sono anche svegliata con l'herpes.


non è che non risponde, è che io non riesco a capire queste risposte, le parole, i sorrisi di incoraggiamento.
è come se io chiedessi aiuto e poi mi girassi chiudendomi le orecchie con le dita, senza voler sentire la risposta. e il suo sorriso non lo vedo.

everyday i'm a tightrope,
finding my way upon that rope,
knowing that if i arrive at the end of my ride,
it will be only a precious gift of destiny. thank you all.